Il Centro
Borgo Giacomo Tommasini, 11 — Parma
Il Centro è un luogo che accoglie, è un luogo dell’ascolto e del cambiamento.
Il Centro è un SISTEMA TERAPEUTICO in cui i professionisti lavorano in sinergia e sono connessi ad una rete di relazioni culturali e professionali che permettono di aggiornare e validare costantemente le loro prassi terapeutiche.
È composto da un’equipe di professionisti provenienti da ambiti lavorativi diversi, ma tutti con la stessa formazione teorica e metodologica in ambito psicoterapico, che ha permesso di valorizzare le diverse competenze mantenendo un costante confronto e arricchimento reciproco.
Fulcro dell’attività del Centro sono la TERAPIA SISTEMICA FAMILIARE E INDIVIDUALE.
La formazione sistemica permette di prendere in carico più persone nello stesso tempo: coppie, famiglie nucleari e allargate, ma anche individui che portano il sistema di relazioni in cui sono inseriti, per esempio gli adolescenti. La terapia sistemica è molto flessibile perché permette di convocare in seduta di volta in volta un diverso numero di membri della famiglia in base alla loro utilità nel processo di cambiamento. A volte può essere presente tutta la famiglia fino alla terza generazione, a volte solo la coppia genitoriale, a volte solo i figli.
L’adattabilità all’evoluzione del percorso e la capacità metodologica di connettere più punti di vista permettono di attuare terapie brevi con incontri a cadenza settimanale, quindicinale o mensile.
Per supportare la famiglia o gli individui in alcuni momenti critici del loro ciclo di vita sono attivi interventi di sostegno genitoriale e di accompagnamento alla separazione nonché percorsi integrati per il trattamento di eventi traumatici (lutti, incidenti stradali, malattie croniche, eventi naturali stressanti) con una metodica (EMDR) che favorisce il ripristino dell’equilibrio psico-fisico.
NEWS ED EVENTI
Auditorium Palazzo del Governatore Parma
8 maggio 2025, ore 14:30 — 18:00
Iscrizione obbligatoria
10 Novembre 2022
Aula Magna “Angelo Scivoletto”, Borgo Carissimi, 10, Parma
In questo periodo di emergenza pandemica, in cui è indispensabile ridurre il più possibile i contatti, le famiglie a struttura complessa, con più nuclei abitativi, possono trovarsi in difficoltà.
Noi psicoterapeuti della famiglia abbiamo sempre sostenuto e valorizzato le relazioni tra i membri delle famiglie plurinucleari. Le abbiamo chiamate famiglie aperte per sottolineare la mancanza di confini rigidi tra i rapporti affettivi. Ora ci troviamo di fronte alla richiesta di limitare gli incontri sociali e vediamo che, soprattutto quando non vi è piena sintonia o addirittura vi è conflittualità aperta tra i genitori, questo può determinare tensioni che si ripercuotono sui figli.
I bambini e i ragazzi si adattano con facilità alla situazione, se viene loro raccontato con serenità, in un clima di fiducia, ciò che sta succedendo e se viene spiegato il motivo di un eventuale cambiamento di abitudini. Di solito sono gli adulti che hanno qualche resistenza in più e che fanno ricadere purtroppo le loro ansie sui minori.
I decreti e le ordinanze che hanno dato indicazioni sulle possibilità di muoversi permettono gli spostamenti per raggiungere il proprio domicilio. I minori che hanno più nuclei familiari dunque possono spostarsi da una casa all’altra per garantire una continuità di relazione con entrambi i genitori. Il consiglio, però, è di fare spostamenti poco frequenti e di concordare una permanenza di almeno qualche giorno nelle rispettive case anche se non è quello che ha stabilito il giudice. Utilizzare mezzi di trasporto possibilmente privati per ridurre il più possibile il rischio. In età pediatrica è poco frequente che si manifestino sintomi di Covid19, ma tutte le fasce d’età sono suscettibili al contagio.
Se la consuetudine è di vedersi per qualche ora la sera dopo il lavoro meglio desistere e utilizzare la tecnologia, una chiamata tramite Skype o WhatsApp. Se si è a casa in ferie forzate o smart working, invece, si può prolungare la permanenza dei figli per qualche giorno. Certo, in questi casi sono necessari da parte dei genitori collaborazione e comune intento di protezione dei figli.
Se qualcuno del nucleo familiare ha una malattia acuta tipo febbre o raffreddore o tosse o diarrea è meglio desistere e vedersi a distanza tramite la tecnologia che si ha a disposizione. La stessa cosa se è proprio il minore ad avere qualche sintomo simil-influenzale, perché in questo periodo nessuno può spostarsi dal proprio domicilio fino a guarigione clinica.
In sintesi, ciò che i genitori hanno l’opportunità di rafforzare in tempo di coronavirus sono flessibilità e collaborazione per proteggere i figli e aver cura dei legami famigliari, qualche volta temporaneamente a distanza.
Luisa Seletti
Medico Pediatra
Psicoterapeuta della Famiglia
luisa.seletti@gmail.com

L’evento si è svolto a Modena.
Convegno organizzato dall’Osservatorio Psicologi Parmensi e Comune di Parma.